
La raccolta poetica “Le fiere di Durgâ” è composta da numerose poesie in quattro lingue ed è dedicata soprattutto agli animali, in una chiave simbolica tradizionale. Tema importante del libro sono i diritti degli animali e degli altri sottoposti, spesso considerati erroneamente inferiori. La natura svela un senso: il tatto. Quest’ultima è come una vergine selvaggia rappresentata dalla Dea dell’induismo Durgâ che lotta cavalcando tigri e leoni, contro demoni e forze infere. L’opera è dedicata alla Madonna di Loreto, a numerosi Santi vicini agli animali e al suo interno si trovano anche preghiere in poesia e Haiku giapponesi, tra i numerosi colori rappresentati il bianco e il nero, che simboleggiano la dualità del cosmo. Quest’opera è un proseguimento delle due opere poetiche precedenti, per completare un viaggio all’interno del Creato.